14 – Il Col del Miglio
di Davide Pegoraro e Alessandro Bernardi
Il col del Miglio è una delle cime della dorsale che dai Colli Alti arriva al Finestron. Stretto tra il Col Caprile ed il Col Fenilon, si presenta come una gobba prativa degradante a bosco alle pendici; ripide e scoscese verso il Canale del Brenta e fittamente alberate a faggio verso la valle di San Lorenzo. Appena sotto la cima, in direzione nord, si trova la località Cestarotta. Scontri armati inimmaginabili si sono avuti in questo piccolo pascolo fin dalla prima battaglia del Grappa. Il possesso della posizione, infatti, garantiva agli imperiali il controllo della mulattiera da Rivalta e la fondamentale copertura alla vista degli italiani della precaria posizione di vetta sull’Asolone, ricca di gallerie in roccia e postazioni per mitragliatrice. In questo dosso simile ad un paniere, le alterne fanterie hanno vissuto momenti terribili tra assalti e contrassalti. Nel giugno del 1918 è stato il trampolino di lancio per lo sfondamento verso Cà d’Anna, poi rintuzzato al Col Moschin e al Col Raniero ed ancora oggi è saturo di schegge di granata e pallini di shrapnell a testimonianza dell’accanita lotta condotta per il suo possesso.
La caccia che qui si pratica oggi è però di natura nettamente diversa rispetto all’usuale. La preda è quanto di più astuto si possa immaginare.
Ferocia inaudita, puro istinto. Idoneo armamento e accuratezza della preparazione non sempre bastano per averne ragione: è un altro uomo.
La caccia che qui si pratica oggi è però di natura nettamente diversa rispetto all’usuale. La preda è quanto di più astuto si possa immaginare. Ferocia inaudita, puro istinto. Idoneo armamento e accuratezza della preparazione non sempre bastano per averne ragione: è un altro uomo.
Non c’è nulla da capire, no. E’ una semplice legge naturale quella che vede il forte avere ragione del debole.
Guarda noi, io vinto dalla tua bellezza e tu sempre piena di vita, radiosa.
Non c’è nulla da capire, no. E’ una semplice legge naturale quella che vede il forte avere ragione del debole. Guarda noi, io vinto dalla tua bellezza e tu sempre piena di vita, radiosa.